Col decreto 26 luglio 2022, sono state approvate le norme tecniche di prevenzione incendi per gli impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti. In particolare, la nuova Regola Tecnica si applica ai siti che effettuano stoccaggio dei rifiuti in via esclusiva o a servizio degli stabilimenti per il trattamento degli stessi. Sono escluse dal campo di applicazione le strutture che gestiscono rifiuti inerti e radioattivi e i centri di raccolta di superficie maggiore di 3000 metri quadri.

Contenuti principali della Regola Tecnica

Come di consueto, nella prima parte del documento, vengono dettate le definizioni:

1) TS sono le aree di stoccaggio, sia all’aperto che al chiuso, destinate al deposito di rifiuti e caratterizzate da specifici livelli di prestazione delle misure antincendio. Tali aree sono suddivise in:

  • TSC: aree di stoccaggio rifiuti al chiuso;
  • TSA: aree di stoccaggio rifiuti all’aperto che possono essere a cielo libero, protette da tettoia oppure in baia o a parete protette da tettoia;
  • TSP: aree di stoccaggio di rifiuti a parete, sia all’aperto che al chiuso;
  • TSB: aree di stoccaggio di rifiuti in baia o bunker, all’aperto o al chiuso, delimitate da almeno due pareti e con uno o più lati liberi.

2) TK sono le aree a rischio specifico in cui si svolgono una o più operazioni di smaltimento o recupero rifiuti;
3) TZ sono tutte le altre aree.

É proprio sulla base di tali tipologie di aree, nonché in relazione alla loro superficie lorda, che gli impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti oggetto della presente RTV, vengono classificati:

  • AA: siti di superficie lorda ≤ 5.000 mq;
  • AB: siti con superficie compresa fra i 5.000 e i 10.000 mq;
  • AC: siti con superficie > 10.000 mq.

Per quanto riguarda la valutazione del rischio di incendio e la strategia antincendio, i riferimenti normativi principali sono quelli riportati nel Codice di Prevenzione Incendi a cui la nuova regola tecnica aggiunge dettagliate indicazioni, complementari o sostitutive. Fra queste, ad esempio, rientra la procedura per il calcolo della distanza di separazione fra cumuli di rifiuti, per la determinazione della loro altezza e ampiezza, nonché per le modalità di stoccaggio.

I sistemi tecnologici a servizio degli impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti

Al paragrafo 5.8 vengono introdotti gli impianti tecnologici a servizio dell’attività di stoccaggio e trattamento rifiuti, suddivisi in sistemi antintrusione e sistemi di rivelazione della temperatura.

I sistemi antintrusione sono a loro volta classificati in:

  • Tipologia 1: dotati di recinzione in muratura continua o inferriata di altezza ≥ 2 metri;
  • Tipologia 2: dotati di recinzione in muratura continua o inferriata di altezza ≥ 2 metri e con sistema di videosorveglianza, collegato al personale reperibile;
  • Tipologia 3: dotati di recinzione in muratura continua o inferriata di altezza ≥ 2 metri e con sistema di videosorveglianza e controllo accessi, collegato al personale reperibile;

I sistemi di rivelazione temperatura, invece, sono classificati in:

  • Tipologia 1: di tipo manuale, ad esempio termocamere di tipo portatile;
  • Tipologia 2: di tipo automatico, ad esempio soluzioni termografiche fisse, con funzione di allarme collegata a personale reperibile o di tipo manuale se l’impianto è presidiato 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno.

impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti

La termografia al servizio degli impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti

In base all’art. 4 del Decreto, le attività soggette alla nuova Regola Tecnica dovranno adeguarsi alle indicazioni della norma entro 5 anni dalla data della sua entrata in vigore. Per i motivi più disparati, tali adeguamenti non sempre vengono programmati in modo tempestivo, creando ritardi ed emergenze. Nella nostra pratica professionale, per fortuna, abbiamo incontrato committenti lungimiranti che hanno sfruttato la tecnologia per implementare la sicurezza dei siti da loro gestiti, anticipando di fatto la normativa.

É il caso del sistema di rilevazione della temperatura per il termovalorizzatore di Torino. Qui, allo scopo di prevenire lo sviluppo spontaneo di incendi, la fossa è stata dotata di un impianto di rivelazione fumi a norma di legge. Tale impianto, però, si trova ad operare in un ambiente ostile in quanto saturo di polveri. In considerazione di tali condizioni estreme, la Committenza ha deciso di incrementare la sicurezza dell’area con un sistema di rilevamento della temperatura da attuare tramite termocamere radiometriche.

Il termovalorizzatore di Torino, però, non è un caso isolato. Altri committenti, i cui impianti sono in via di ultimazione, riconoscendo l’efficacia della telecamere termiche nella prevenzione incendi, hanno deciso di adottare soluzioni termografiche all’interno dei loro stabilimenti.

oppure scrivici per maggiori informazioni