Il Testo Unico sulla Sicurezza, all’art. 46, comma 3, prevede che il Decreto 10 Marzo 1998 venga sostituito da tre diversi decreti, atti ad individuare una serie di misure di prevenzione incendi. In particolare i metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio sono stati individuati e descritti nel cosiddetto Decreto Controlli. Le bozze di quest’ultimo e degli altri due provvedimenti – Decreto GSA e Decreto Minicodice – sono stati inviati un mese fa alla Commissione Europea, affinché, entro il 25 e 26 maggio 2021, ne esamini i testi e ne verifichi la conformità al diritto europeo.

Nell’attesa di conoscere l’esito di tale disamina, appare utile approfondire il contenuto del Decreto Controlli, specialmente nella parte relativa alla formazione dei Tecnici Manutentori. Il provvedimento infatti è costituito da un breve corpo normativo e da due allegati:

  • Allegato I: Criteri generali per manutenzione, controllo periodico e sorveglianza impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza;
  • Allegato II: Qualificazione dei manutentori di impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza.

Un’analisi precoce di quest’ultimo permetterà alle Aziende di ottemperare tempestivamente agli obblighi formativi del personale, una volta che il Decreto sarà operativo.

L’Allegato II e la formazione dei Tecnici Manutentori

L’Allegato II del cosiddetto “Decreto Controlli” è suddiviso in cinque paragrafi:

  1. Generalità. In questa prima parte vengono precisate le responsabilità del Tecnico Manutentore Qualificato, i suoi requisiti e le modalità di acquisizione degli stessi tramite apposito corso con valutazione finale. Contestualmente viene menzionata la possibilità di esonero dal corso in caso di comprovata attività di manutenzione di almeno 3 anni e vengono definite le modalità di aggiornamento del tecnico.
  2. Docenti. In questa sezione vengono definite le competenze necessarie ai docenti dei corsi. Fra queste, titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore, conoscenza delle norme ed esperienza documentata di almeno tre anni nel settore della formazione, della manutenzione di impianti antincendio e della sicurezza sul lavoro.
  3. Contenuti minimi della formazione per la qualifica del tecnico manutentore. Indica le conoscenze, abilità e competenze che deve possedere il tecnico manutentore qualificato e gli elementi per la valutazione del candidato, cioè l’analisi del curriculum, una prova scritta, una prova pratica e una prova orale.
  4. Valutazione dei requisiti. Tale valutazione deve vertere sui contenuti indicati al paragrafo 3.
  5. Procedure amministrative. Quest’ultimo paragrafo specifica le procedure per tutti gli adempimenti amministrativi, dalla presentazione delle istanze, alla composizione e nomina della commissione esaminatrice, fino al rilascio della qualifica di tecnico manutentore.

Ruolo del tecnico manutentore qualificato

Come abbiamo spiegato estesamente nell’articolo relativo ai controlli periodici sui sistemi e presidi antincendi, una manutenzione corretta e regolare è condizione imprescindibile per il buon funzionamento di qualunque impianto. Per essere certi che tale manutenzione sia svolta a regola d’arte è necessario affidarsi a tecnici esperti e qualificati.

La professionalità del personale è un valore che in Ekotec abbiamo sempre sostenuto, per questo motivo saremo pronti ad ottemperare gli obblighi formativi dettati dal “Decreto Controlli” non appena questo diventerà operativo.

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