Il tema della videosorveglianza e delle sue implicazioni con la privacy rappresenta un argomento davvero centrale per la nostra attività. Ne abbiamo parlato spesso e ne parleremo ancora perché la materia è in continua evoluzione. Oggi svolgeremo una disamina del Rapporto “Videosorveglianza e privacy tra cittadino, professionisti e imprese” realizzato dall’Osservatorio di Federprivacy in collaborazione con Ethos Academy. Tale rapporto, partendo dall’analisi di una serie di ricerche e sondaggi rivolti a privati e aziende, nasce allo scopo di esaminare il livello di conformità al Regolamento Europeo sulla Privacy (GDPR) dei sistemi di videosorveglianza attivi nel nostro Paese.

Rapporto su videosorveglianza e privacy: la percezione delle persone

Prima di entrare nel vivo del Rapporto, vogliamo ricordare che, sulla base del GDPR, qualunque impianto di videocamere, passibile di riprendere degli individui, è soggetto all’obbligo di informativa. Ciò significa che, all’ingresso di ogni area videosorvegliata, ci deve essere un apposito cartello che riporti, fra le altre informazioni, il riferimento al titolare del trattamento e alle finalità perseguite. Il cartello deve essere predisposto sulla base delle linee guida riportate nella circolare 3/2019 dell’EDPB (European Data Protection Board) e correttamente compilato. La prima domanda del sondaggio verte proprio su questo tema.

Il quesito, rivolto ad un gruppo di cittadini, è stato: “Quando entri in un esercizio pubblico e ti accorgi della presenza di telecamere di videosorveglianza, spesso…”. Il campione preso in esame, di circa 2000 individui,  ha scelto fra le opzioni possibili, in base alle seguenti percentuali:

  1. per il 38% “Non c’è nessun cartello che ti avvisa”;
  2. per il 54% “C’è un cartello con informazioni sbagliate, incomplete o obsolete”;
  3. per l’8% “C’è un cartello che ti avvisa, scritto in modo chiaro e trasparente”.

Dai risultati emerge che il 92% degli intervistati ha rilevato situazioni di totale o parziale difformità rispetto al GDPR. Di contro, solo nell’8% dei casi la normativa veniva correttamente applicata, dando informazione chiara e completa dell’attività di videosorveglianza in atto.

rapporto su videosorveglianza e privacy

Il punto di vista di professionisti e imprese

Per vagliare la predisposizione di professionisti e imprese sul tema, sono state formulate le seguenti tre domande:

  1. “Come valuti, sulla base degli elementi appresi in materia di videosorveglianza, il livello di rischio della tua azienda?”;
  2. “Ti interessa un approfondimento formativo in materia di videosorveglianza?”;
  3. “La tua azienda ha un DPO o un’altra figura che si occupa dei temi della normativa sulla privacy?”.

Del campione di 1127 operatori addetti ai lavori, intervistati dopo aver partecipato ad una sessione formativa sul tema, solo il 46% ha riconosciuto di operare in presenza di un livello di rischio elevato. La stessa percentuale di professionisti ha dichiarato di essere interessata ad eventuali corsi di approfondimento e di questi più della metà lavora al Nord Italia.

Relativamente al terzo quesito, i risultati, analizzati su base geografica, hanno evidenziato che le aziende che dichiarano la presenza di un DPO o altra figura analoga hanno sede prevalentemente nel Nord-Ovest Italia (61%), seguito dal Nord-Est (24%).

La situazione europea e l’andamento delle sanzioni

A conclusione del Rapporto su videosorveglianza e privacy, l’Osservatorio presenta una serie di indagini riferite alla situazione europea. I grafici mostrano le nazioni con un maggior numero di sanzioni e quelle col più alto valore economico delle stesse. Altri diagrammi riportano l’andamento nel tempo del numero di sanzioni, evidenziando un aumento esponenziale nel periodo fra la metà del 2020 e la metà del 2022. Il dato non stupisce in considerazione del fatto che in quel biennio, a causa della pandemia, c’è stata un’ampia diffusione di sistemi di videosorveglianza a scopo sanitario.

Risulta evidente dal nostro blog che, in azienda, il tema della privacy e delle sue ricadute nell’ambito dei sistemi di sicurezza non è mai stato sottovalutato. Abbiamo studiato costantemente e continueremo a farlo. Il nostro impegno e la nostra preparazione non cancellano però lo sforzo compiuto per destreggiarsi in una materia nuova, ancora in divenire. Dall’entrata in vigore del GDPR, al suo recepimento a livello nazionale, passando attraverso chiarimenti e circolari, la strada è complessa, ma noi continueremo a percorrerla. Continuate a leggerci per restare sempre aggiornati!

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