Nel campo della Sicurezza, le soluzioni antincendio rivestono un ruolo fondamentale, perché, oltre a salvaguardare beni mobili e immobili, mirano in primo luogo alla tutela delle persone. Mentre in ambito residenziale tali soluzioni sono ancora scarsamente diffuse, in ambito produttivo l’attenzione al tema è molto alta e non solo nelle aziende obbligate per legge ad attività di prevenzione incendi.

Nella maggior parte delle imprese sono installati impianti ad hoc, gestiti dai relativi responsabili, eppure il gergo tecnico spesso è prerogativa dei soli specialisti. La differenza fra prevenzione e protezione o, ancora, fra sistemi antincendio attivi e passivi non è sempre evidente. Oggi faremo un po’ di chiarezza in merito.

Prevenzione e protezione

Quando si parla di sicurezza antincendio, prevenzione e protezione sono due termini costantemente associati, quasi fossero sinonimi. In realtà esse costituiscono due momenti ben distinti del procedimento di salvaguardia dal pericolo di incendio.
Con prevenzione incendio si fa riferimento a tutte quelle attività finalizzate a ridurre il rischio incendio, ovvero la probabilità che si generi un focolaio e si diffondano le fiamme.
Per protezione incendio, invece, si intendono tutte quelle misure necessarie a contenere i danni eventualmente derivanti dallo scoppio e dalla propagazione del fuoco.

Sistemi antincendio attivi e passivi

La differenza fra sistemi antincendio attivi e passivi è sostanziale. La protezione passiva, infatti, non entra in funzione in seguito alla rilevazione di un incendio, ma è sempre presente e lavora a prescindere dall’effettiva presenza delle fiamme. Inoltre, non necessita dell’intervento dell’uomo o di un impianto per attivarsi. Il suo scopo principale è quello di scongiurare la propagazione e la diffusione dell’incendio.

Tra le misure di protezione passiva vi sono:

  1. Resistenza al fuoco, ossia la capacità di un elemento di conservare, per un periodo di tempo stabilito, le proprie caratteristiche di stabilità e/o isolamento termico, anche in presenza di fiamme;
  2. Reazione al fuoco, cioè la partecipazione dei materiali combustibili al fuoco;
  3. Compartimentazione o separazione, all’interno dell’edificio, delle aree a rischio specifico, attraverso partizioni resistenti in vario modo agli effetti dell’incendio;
  4. Esodo, ossia il sistema di percorsi, aperture e segnaletica che, in caso di pericolo, consentono il deflusso sicuro ed organizzato degli occupanti dell’edificio.

La protezione attiva, invece, entra in funzione solo in caso di incendio e solo se avviata da un’azione umana o da un impianto. Il suo scopo principale è quello di spegnere le fiamme. Ne fanno parte tutti quei dispositivi che svolgono un ruolo attivo nell’estinzione, sia mediante la tempestiva rilevazione che attraverso l’attivazione di sistemi di spegnimento.

Fra le misure di protezione attiva possiamo trovare:

  • Impianti di rivelazione fumo e/o fiamme;
  • Sistemi di allarme incendio;
  • Presidi antincendio;
  • Impianti automatici di spegnimento;
  • Evacuatori di fumo e calore.

In definitiva, le due strategie, attiva e passiva, hanno presupposti e finalità diverse, tanto da risultare complementari. Ne consegue che, per garantire il più alto livello di sicurezza possibile, esse debbano sempre essere utilizzate in sinergia.

oppure scrivici per maggiori informazioni