Riportiamo un interessante articolo apparso su “La Stampa” del 19 settembre scorso che descrive il progetto di un’abitazione domotica realizzata per assistere coloro che soffrono di menomazioni fisiche e mentali con l’obiettivo di renderli il più autonomi possibile.

Un’abitazione che fa da «badante». E che è in grado di aiutare persone con gravi menomazioni fisiche, ma anche chi soffre di problemi psichici. Questo grazie all’utilizzo di tecnologie sofisticate e, soprattutto, a un impegno interdisciplinare di medici, ingegneri, tecnici. È «Casa Amica», il progetto messo a punto in tre anni di lavoro al centro di riabilitazione Borsalino dell’Azienda ospedaliera di Alessandria, quello che un tempo era un sanatorio e che venne spazzato via dall’alluvione del 1994.

Qui, in fondo a un corridoio dalle pareti gialle, è stato allestito un mini-alloggio formato da camera da letto, zona soggiorno, cucina e servizi igienici. L’entrata in attività è prevista ad ottobre (in questi giorni si completano i collaudi). La «Casa Amica» è destinata ai pazienti che stanno per essere dimessi dopo il periodo di riabilitazione. Qui possono riprendere contatto con la realtà esterna, sfruttando tecnologia e soluzioni applicabili concretamente anche alle loro abitazioni.

«Ci sono tante case domotiche – sottolinea il direttore del Borsalino, Salvatore Petrozzino – ma questa è la prima, e per ora unica, in Italia ad essere stata studiata anche per chi ha problemi cognitivi e comportamentali». Grazie all’uso di televisori interattivi, sensori e telecamere il paziente viene guidato passo dopo passo nelle attività quotidiane. È a tutti gli effetti un sistema di intelligenza artificiale in grado di «imparare» in base alle abitudini della persona che lo utilizza…  Continua a leggere »


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