Anche in Italia, seppure in ritardo rispetto al resto d’Europa, i dispositivi nebbiogeni stanno avendo una discreta diffusione. Già tre anni fa, alla fiera Sicurezza 2017, i produttori che proponevano tali dispositivi erano in grado di offrire parecchie e valide alternative. Nell’edizione del 2019 il trend si è consolidato e, accanto alle soluzioni altamente professionali dedicate alle aziende, hanno continuato a prendere piede prodotti adatti anche all’ambito residenziale.

I nebbiogeni infatti concorrono ad aumentare l’efficacia di un sistema antifurto perché, in caso di intrusione, supportano l’elemento deterrente dato dall’allarme ottico e/o acustico con un elemento fisico che ostacola concretamente il malintenzionato nei suoi scopi. Nel momento in cui l’impianto riceve la segnalazione di un’effrazione, il dispositivo entra in funzione, riempiendo la stanza di un fumo denso che impedisce la vista e l’orientamento degli eventuali intrusi. Questa istantanea reazione normalmente genera nel proprietario dell’immobile una maggiore fiducia nell’intero sistema di allarme.

Va da sé che l’efficacia dei dispositivi nebbiogeni è direttamente correlata con la qualità dei prodotti utilizzati e la loro corretta installazione. Nel caso in cui non vengano rispettati tali requisiti, l’impianto può rivelarsi non solo inefficiente, ma anche dannoso per cose e persone. Il nebbiogeno infatti è uno strumento invasivo per sua stessa natura e il suo azionamento accidentale crea delle conseguenze in termini di costi e disagi.

La normativa di riferimento

Per non incorrere nelle problematiche suddette è necessario rivolgersi a dei tecnici competenti e qualificati che si attengano alla regola dell’arte e alle norme in vigore. Per la progettazione e l’esecuzione di un sistema di sicurezza che include un dispositivo nebbiogeno si devono innanzitutto seguire le indicazioni della Norma CEI 79-3:2012 sugli impianti antintrusione. Prescrizioni ancora più specifiche sono contenute nella Norma EN50131-8 sui dispositivi nebbiogeni, recentemente aggiornata dal Comitato Tecnico 79 del CENELEC e che verrà a breve recepita anche dal Comitato Tecnico 79 del CEI.

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